Ricorre quest'anno il bicentenario del possesso da parte della comunità parrocchiale di Bellona della statua raffigurante la SS. Vergine di Gerusalemme. Prima di fare alcuni accenni a quel lontano anno 1810 e sinteticamente sviluppare gli avvenimenti storici di tale bicentenaria presenza, preme fare un passo indietro e ritornare a quattro anni prima (1806) per narrare delle circostanze che determinarono l'erezione della statua. Prendendo a modello l'immagine che Priamo Marra nel 1419 fece dipingere nella cappella sul monte Rageto, i bellonesi vollero che si scolpisse una statua in legno della Madonna come segno di ringraziamento per essere scampati al terremoto dei 26 luglio 1805. A tal fine il 27 dicembre venne stipulato a cura dei notaio Secondino Marra un accordo tra il priore dei convento, p. Amodio Monte, e gli economi della statua in Bellona. Si stabilì che la statua doveva avere sede fissa nella chiesa sul Rageto e che ogni anno, prima di Pasqua, doveva essere trasportata a Bellona, per poi essere riportata al convento il martedì in albis dopo solenne processione per le vie dei paese. Nel 1806 la statua, commissionata a Napoli, era pronta per fare il suo ingresso a Bellona.
Don Michele Della Cioppa in una lettera scritta al fratello descrive tale avvenimento: "La statua da Napoli portata in Capita fu benedetta nella chiesa olím (un tempo) del Gesù Grande, indi privatamente fu trasportata nella cappella della casina dei Signori Silvagni (nel territorio della parrocchia di San Giuseppe in Capua - n.dr.), ove la mattina del Mercoledì Santo si portò in processione tutto il popolo Bellonese e fu solennemente introdotta nel paese. Di poi nel Martedì in Albis dopo solenne messa ed il giro per l'intero paese venne portata processionalmente al convento sul monte... " La dominazione francese nel Regno di Napoli iniziata nel 1806 portò ad un rivolgimento politico. Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, promosse riforme sull'eversione dalla feudalità ed una legge sull'incameramento dei beni ecclesiastici. Con il governo di Gioacchino Murat, che aveva sostituito Giuseppe Bonaparte nel 1808, divennero operanti le nuove leggi di riforma. Così per effetto di un decreto emanato il 7 agosto 1809 che scioglieva le corporazioni religiose possidenti, l'ordine dei Servi di Maria dovette abbandonare la chiesa e il convento sul Monte Rageto.
L’anno seguente (1810) la statua della Madonna di Gerusalemme venne così portata definitivamente nella chiesa arcipretale di Bellona e custodita su un trono di legno sormontato dalla scritta: "Spes Nostra Salve A.D. 181 0". Nel 1832 la statua della Vergine SS. venne posta in una nicchia costruita nella navata sinistra al di sopra di un altare a Lei dedicato. Nel 1842 venne abbattuto il muro sul quale l'altare era addossato per portarlo più indietro nella cappella dedicata a Sant’Anna. Si incrementò la devozione alla Madonna e la festa divenne la più importante celebrata nel paese con quattro giorni (dalla domenica di Pasqua al mercoledì in albis). Nel 1889 la nicchia fu rivestita di marmo a devozione della signora Clementina Marra. Il valore assunto dal culto della Madonna di Gerusalemme a Bellona divenne sempre più grande tanto da ottenere il riconoscimento da parte dei Capitolo Vaticano con l'incoronazione della statua avvenuta il martedì in albis 17 aprile 1906.
Nove anni dopo, nella notte tra il 5 e il 6 ottobre 1915, un incendio si sviluppò nella chiesa e distrusse la statua della Madonna e quella dei patrono San Secondino. Per opera dei parroco dell'epoca, don Giovanni Palazzo, venne costituito un comitato per erigere le nuove statue e l'incarico fu dato al prof. Luigi De Luca, docente di scultura all'istituto delle Belle Arti di Napoli. Il legno per la nuova statua della Madonna fu donato dal signor Gaetano Della Paoiera da Capua. Ultimata l'opera e presentata ad una rappresentanza di bellonesi, non piacque per la severa austerità dei volto e il De Luca fu costretto a rifare la testa, dando al viso un'espressione più materna. La nuova immagine poté essere benedetta dall'Arcivescovo di Capua Mons. Gennaro Cosenza la sera dei lunedì santo 24 aprile 1916.
Nell'ottobre dei 1998 ignoti ladri trafugarono il bambin Gesù dalle braccia della Madonna; fu rifatto in occasione dei Giubileo dei 2000. Nel 1991, dopo il restauro della chiesa a seguito dei terremoto dei 1980, la statua della Madonna fu sistemata nella navata centrale sull'altare maggiore all'interno di un'edicola marmorea sormontata da una corona in ottone, progetto dei parroco don Antonio Iodice. Nel 2006 si svolsero solenni festeggiamenti giubilari per i cento anni dell'incoronazione e i duecento anni dell'erezione della prima statua. Già dal 2005 l’immagine della Vergine Santissima peregrinò per le parrocchie confinanti con quella di Bellona. I due eventi salienti di questa ricorrenza furono:
1) L'udienza dei Santo Padre Benedetto XVI in Piazza San Pietro il 29 marzo 2006. Il Papa benedì prima le corone d'oro restaurate, poi la statua della Madonna sostando in preghiera davanti a Lei;
2) L'incoronazione il 17 aprile 2006 in località "Chianelle" da parte del Priore Provinciale dei Servi di Maria, p. Giuseppe Galassi.
Anche per la ricorrenza bicentenaria del possesso della statua la parrocchia ha programmato varie iniziative, prima delle quali la salita alla cappella delle Chianelle sabato 8 agosto 2009, data che ricorda il preludio dell’allontanamento dei monaci dal Convento sul Rageto. In questi due secoli tanto ci sarebbe da dire sugli avvenimenti tristi e lieti nei quali i bellonesi si sono affidati alla Vergine e nei quali Lei ha sempre maternamente risposto. Ma è bene concludere con le parole di due sacerdoti bellonesi il canonico don Raffaele Marra, che tanto ha scritto di Maria Santissima e don Leonardo Caserta.
Dagli scritti di don Raffaele Marra: "La devozione della Madonna di Gerusalemme si può dire l'anima della vita dei bellonesi. Tutte le case ne hanno la miracolosa immagine; in tutte le necessità si fa ricorso a Lei. Nelle calamità private le fan dire la Messa e le accendono candele, nelle pubbliche le fanno il triduo, nei casi più gravi portano per le vie con pianti e con sospiri, con preghiere e con lacrime il caro simulacro. Il quale talvolta portano fino all'antico santuario, quasi per ricordare a Maria le molte grazie dispensate da quel luogo. Dopo síffatte dimostrazioni di pentimento e di abbandono nelle mani di Maria di Gerusalemme di rado il Cielo nega le grazie. In tal maniera si è ottenuta molte volte la serenità o la pioggia secondo il bisogno e sono state scongiurate molte disgrazie".
Dagli scritti di don Leonardo Caserta: "Come è bello trovarsi a Bellona il Martedì in Albis! Tutto ti ride d'intorno di incantevole letizia: i monti, le valli, i campi, le piante, l’aria, il purissimo cielo. Com'è dolce respirare quelle auree salutati di fede; esultare nell'estasi di quel sacro entusiasmo che sprigiona dai petti inni d'amore... Splendido l'apparato di chiesa e sceltissima la Messa in musica a grande orchestra, sul nuovo stile... Qua è un uomo che si spoglia dei suoi abiti e li appende al carro di Maria; là è un giovanotto che si spunta dal petto la catena d'oro che insieme all’orologio depone ai piedi della Madre. Da quella casa esce una giovanetta scarmigliata, scalza e piangendo offre a Maria un'aurea collana... Dai davanzali delle finestre, dai veroni dei palazzi vedi piogge di fiori scendere sul capo di Maria. Braccia che supplicano; protendono a Lei infermi che si trascinano dal letto del dolore e col più vivo dell’anima salutandola le si raccomandano con l'eloquenza del pianto. Assistendo a quella processione tu non puoi non esclamare.- Oh, la fede è un bisogno immanente, universale dei popoli! Oh, la devozione a Maria è l'anima vivificante dell’universo cattolico! Che sarebbe Bellona senza Maria SS. di Gerusalemme?". |